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La Reggia di Capodimonte

I lavori della costruzione della Reggia di Capodimonte iniziarono nel 1738 su progetto di G. A. Medrano, e inizialmente fu destinata a residenza di Carlo di Borbone utilizzata in occasione delle battute di caccia organizzate all’interno del vasto bosco che domina l’omonima collina.

In seguito si decise di destinare l’edificio anche a sede di esposizione delle famose raccolte che il sovrano aveva ereditato dalla madre Elisabetta Farnese.

L’edificio gode di una splendida veduta panoramica della città di Napoli e dell’intera penisola Sorrentina che si affaccia sul Golfo.

Una volta terminato si progettò la sistemazione di una moderna Quadreria e in seguito anche dell’Armeria Reale e delle collezioni di porcellana.

Dalla Porta di Mezzo, partono cinque viali che si addentrano nel parco che si estende per 124 ettari e arricchito da piante secolari come lecci, tigli, querce, castagni e olmi. Il vialone centrale, lungo 1250 metri, è denominato anche “vialone del Gigante”, per via della grande statua posta alla sua estremità finale. Infine, di fronte alla reggia, trova spazio un giardino all’inglese realizzato dal botanico F.  Dehnhardt.

Il nucleo centrale delle collezioni del Museo di Capodimonte è formato dai dipinti e altri prodotti d’arte appartenuti alla famiglia Farnese duchi di Parma. Ad esse si aggiunsero opere provenienti dalle Chiese, dai soppressi conventi e monasteri e da raccolte private napoletane.

Donazioni e acquisti si susseguirono nel tempo e tra queste ricordiamo i sette arazzi della donazione d’Avalos con le Storie della Battaglia di Pavia. Si tratta di manufatti di origine fiamminga in lana, seta, argento e oro realizzati su disegni di Bernart van Orley e tessuti a Bruxelles.

La straordinaria collezione Farnese, allestita al piano nobile del Museo, comprende celebri dipinti, sculture, disegni e oggetti d’arte rari e preziosi provenienti dalle varie residenze farnesiane.

Il percorso si apre con la sala dedicata ai protagonisti della famiglia Farnese ritratti da Tiziano Vecellio, e prosegue con una scansione cronologica e per centri culturali.

Tra le opere di Tiziano spiccano lo splendido Ritratto di Paolo III a capo scoperto, datato 1543 e considerato capolavoro assoluto della ritrattistica cinquecentesca, nonché il Ritratto del Cardinale Alessandro Farnese  esempio classico dell’abilità indagatorie della psicologia umana da parte dell’artista.

Della collezione fanno parte anche numerose altre opere di notevole importanza come una Crocifissione del Masaccio, disegni monumentali di Michelangelo, il Ritratto del cardinale Alessandro Farnese di Raffaello datato 1512, La Madonna con bambini e angeli del Botticelli, La Trasfigurazione opera di Giovanni Bellini, La parabola dei ciechi di Peter Brueghel il Vecchio e infine lo splendido dipinto Atalanta e Ippomene di Guido Reni.

La sezione denominata Galleria delle cose rare propone una collezione di miniature, bronzetti, maioliche, avori, cristalli, oreficeria e altri oggetti di curiosità che fin dal cinquecento integravano le raccolte farnesiane.

Tra gli oggetti esposti spiccano per bellezza ed importanza il Cofanetto Farnese, datato 1548, capolavoro della oreficeria manierista destinato a custodire manoscritti e libri rari e il Mercurio bronzetto del Giambologna

Nell’appartamento reale ovvero nelle sale dedicate ai regnanti, vi è la “Gran Galleria dei ritratti” voluta da Ferdinando II di Borbone per raccontare la dinastia borbonica con opere tra gli altri di Antonio Joli e Francisco Goya.  

 Il Salone delle feste è l’ambiente più sontuoso del palazzo e la decorazione è ispirata alle pitture antiche riscoperte con gli scavi di Pompei ed Ercolano.

Vi è poi il famoso Salottino delle porcellane decorato in stile roccoco e composto di oltre 3000 pezzi con un repertorio decorativo di evidente ispirazione cinese composto da lastre di porcellana, fregi, volute e ghirlande fiorite.  Si tratta di un esempio unico di uso della porcellana per la decorazione di un interno e fu realizzato per la regina Maria Amalia di Sassonia.

Il secondo piano del Museo di Capodimonte ospita una vera e propria Galleria Napoletana con circa 300 opere provenienti da importanti complessi religiosi di Napoli e della provincia e illustra lo sviluppo dell’arte a Napoli tra il Duecento e il Settecento e documenta le vicende artistiche del Meridione, crocevia europeo di esperienze e di scambi culturali.

Tra i numerosi capolavori esposti, ricordiamo  la tavola con San Ludovico da Tolosa di Simone Martini datata 1317 e commissionata allo scopo di confermare la legittimità al trono di Napoli da parte di Roberto d’Angiò, dopo la rinuncia a suo favore fatta dal fratello;

L’Assunzione della Vergine del Pinturicchio, la Presentazione al Tempio del Vasari, Il Cristo alla Colonna di Battistello Caracciolo, Giuditta ed Oloferne di Artemisia Gentileschi.

E soprattutto la splendida Flagellazione del Caravaggio datata 1607.

Il dipinto ha svolto una funzione importante nella trasformazione del linguaggio pittorico napoletano, provocando una svolta in senso naturalistico.  Il quadro è famoso per la ricerca artistica sulla luce che illumina appieno solo il corpo del Cristo mentre tutto il resto è nell’ombra.

Nella sezione dedicata all’Ottocento si ammirano tra le altre due importanti opere di Domenico Morelli: I Vespri Siciliani che ritrae un episodio storico della dominazione angioina in Sicilia e Gli Iconoclasti del 1855 dove si rappresenta il monaco bizantino San Lazzaro che al tempo delle persecuzioni iconoclaste viene scoperto a dipingere immagini sacre e sta per subire il taglio della mano. Attraverso l’episodio di storia sacra vengono quindi raffigurate le istanze libertarie e risorgimentali espresse e poi soffocate nei moti del ’48.

Una menzione a parte merita la famosa Porcellana di Capodimonte.

Maria Amalia di Sassonia , Regina di Napoli e poi di Spagna, sposò nel 1738 Carlo di Borbone. Colta e molto attratta dall’arte, fra gli oggetti di valore che costituivano il corredo quando venne sposa al re Carlo, figuravano alcuni provenienti dalle fabbriche di Meissen (Austria). E tanto piacquero al giovane re che da quel momento prese l’iniziativa di avviare nel suo stesso regno una lavorazione del genere.

La Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte (1743-1759) è ancora oggi tra le più conosciute e apprezzate al mondo. Gli indirizzi di gusto intrapresi e le scelte artistiche operate furono all’avanguardia in Europa, divenendo le porcellane borboniche oggetto di studio e di imitazione delle altre fabbriche.

Tra le tante opere si ricorda lo splendido gruppo scultoreo denominato La caduta dei Giganti” di Filippo Tagliolini. Esposto al piano terra del museo e  proveniente dalla Real Fabbrica della Porcellana di Napoli, fu realizzato a corredo del servizio da tavola  donato a Carlo di Borbone ormai in Spagna, e destinato alla corte napoletana

 

Michele Carneglia

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