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La Certosa di San Martino

La Certosa di San Martino è molto più di un antico monumento; è un museo che riassume la storia di napoli.

Si tratta di uno dei siti più suggestivi della città’ in quanto storia, arte e bellezza paesaggistica si fondono in perfetta armonia. La Certosa sorge in uno scenario incantevole a dominare l’intero Golfo di Napoli e dalle terrazze si gode di un panorama straordinario.

L’edificio fu costruito nel trecento ma dell’impianto originario restano solo i grandiosi sotterranei gotici poiché dal 1581 fu avviato un progetto di ampliamento destinato a trasformarne il severo aspetto gotico nell’attuale preziosa e raffinata veste barocca.

Nel cortile monumentale ubicato all’ingresso della Certosa, si ammira lo sperone della sagoma stellare di Castel Sant’Elmo e la facciata della chiesa, un vero e proprio museo della pittura e della scultura napoletana dal seicento al settecento. Le cappelle sono rivestite da preziose tarsie marmoree e la zona del presbiterio è preceduta da una balaustra fatta di marmi, pietre preziose e bronzo dorato.

La volta, che conserva la primitiva struttura trecentesca, fu dipinta da Giovanni Lanfranco con l’Ascensione di Cristo raffigurata in una gloria di luce dorata. Nella sagrestia monumentale, gli armadi in noce sono rivestiti di tarsie lignee, realizzate da artisti fiamminghi e napoletani.

L’androne delle carrozze  che collega il chiostro dei procuratori con i giardini prende la denominazione dalle carrozze esposte. La più antica, la carrozza della città, fu realizzata alla fine del XVII per trasportare gli eletti della città; la berlina di corte appartenne invece alla regina Maria Cristina di Savoia ed è databile alla fine del settecento.

Il Quarto del Priore è l’appartamento della guida spirituale della comunità certosina e comprendeva anche sale di rappresentanza, dove erano esposti i dipinti della celebre collezione della certosa. Nell’ambiente che un tempo era cortile aperto, ora è esposto uno dei capolavori della statuaria seicentesca: La Vergine con bambino e San Giovannino di Pietro Bernini.

Con la soppressione degli ordini religiosi la certosa è divenuta proprietà dello stato e dal 1867 destinata a Museo e aperta al pubblico .

Il Museo Nazionale di San Martino costituisce la principale raccolta pubblica italiana dedicata al “presepe napoletano”, una produzione che ha raggiunto i più alti vertici di qualità tra sette e ottocento.

La collezione ruota intorno al grandioso presepe Cuciniello. Ambientato in una finta grotta, è dotato di un impianto d’illuminazione che simula l’alternarsi di alba, giorno, tramonto e notte. Il presepe prende nome da Michele Cuciniello, il collezionista che donò allo stato la sua raccolta di circa ottocento tra ‘pastori’, animali e accessori, e che volle personalmente seguire la messa in scena e il montaggio dell’intero presepe inaugurato nel 1879.

A questa composizione nel corso degli anni si sono aggiunti altri nuclei frutto di donazioni con soggetti di grandissima qualità, taluni montati nelle caratteristiche vetrine dette “scarabattole”.

Nella Sezione Navale allestita negli ambienti occupati già dalla fine del secolo XIX dalle imbarcazioni reali in deposito dalla regia marina, sono esposti modelli originali di cantiere in scala e tipologie di navi varate dai cantieri di napoli e Castellammare di Stabia, come lance cannoniere, barche bombardiere, fregate e corvette da combattimento che fecero della ‘marina da guerra’ borbonica una delle potenze navali nel mediterraneo. Tra le imbarcazioni c’e’ la  maestosa lancia reale a 24 remi dell’epoca di Carlo di Borbone, costruita dalle maestranze dell’arsenale di napoli e decorata con una ricca opera d’intaglio in oro; lo straordinario caicco donato dal sultano Selim III a Ferdinando IV di Borbone, imbarcazione turca della seconda metà del secolo XVIII, decorata da raffinati arabeschi.

La sezione Immagini e Memorie racconta la storia di napoli dal quattrocento all’ottocento, dalla monarchia angioina fino all’unità d’Italia, in parallelo con lo sviluppo urbano della città, ben documentato dalla cartografia.

La prestigiosa sezione  Ottocento Napoletano, presenta una consistente raccolta di opere tra le più rappresentative del secolo XIX. Al nucleo di opere testimonianze dei maggiori avvenimenti storici, se ne aggiunsero altre, espressioni della cultura figurativa della città come la Scuola di Posillipo, rappresentati da opere, tra gli altri, di Pitloo, Gigante e Carelli o ancora della Scuola di Resina.

Infine la sezione Teatrale  con dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie e cimeli che illustrano temi della scenografia napoletana dell’ottocento. In particolar modo la straordinaria stagione del teatro San Carlino bene illustrata dalle grandi fotografie colorate di attori, impresari e commediografi che costituiscono un prezioso repertorio della gestualità teatrale e dei costumi popolari partenopei della metà del XIX

 

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